Il suono delle campane dal fondo del mare: nel Golfo di Manfredonia vi è una città sommersa

Nel golfo di Manfredonia, fra Zapponeta e Torre Rivoli, si trova un’antica città, risalente al IV secolo d.C., chiamata Santa Pelagia

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Una città sommersa in Puglia. No, non è una leggenda.
Nel golfo di Manfredonia, fra Zapponeta e Torre Rivoli, si trova un’antica città, risalente al IV secolo d.C., chiamata Santa Pelagia.

Una storia sorprendente nota ai pescatori più anziani della Capitanata, che conoscono benissimo l’ubicazione dell’antico borgo sommerso, da loro chiamato “Aspro di Santa Palacena”.

Spesso, gettando le proprie reti in mare, avrebbero riportato in superficie anfore e monete. Non sono stati solo gli antichi relitti ad aver sorpreso gli archeologi, ma a destare la curiosità degli studiosi è stato il fatto che ad essere “pescate” vi siano state anche tegole e porzioni stradali antiche, costituite da basolato.

Il villaggio sommerso si troverebbe a circa 600 metri dalla riva e a 7 metri di profondità.

Tutto ebbe inizio nel IV secolo d.C., precisamente nel 326, quando a Siponto vi era due conventi di vergini. In uno di loro abitava la matrona Pelagìa degli Aurelij che a 32 anni si fece monaca e divenne la superiora del convento.
Qui vi rimase per 52 anni, per poi morire alla veneranda età di 84 anni, in odore di santità. Pare avesse anche il dono della profezia.

Alla sua morte, nel 378 d.C., Pelagìa apparve in sogno al vescovo di Siponto, Simplicio, chiedendogli di costruire una chiesa in riva al mare, tra la Terra di Rivoli e la Terra di Pietra (oggi Torre Pietra per via della torre d’avvistamento che vi fu costruita), nei pressi di Zapponeta.

La chiesa venne costruita e fu dedicata al culto della santa: man mano intorno nacquero anche altre costruzioni dove trovavano ospitalità i pellegrini e i visitatori. Il fiorente borgo di Siponto rimase in vita per quasi 700 anni. Poi, poco dopo l’inizio dell’anno 1000, un forte terremoto, che conseguentemente provocò un devastante tsunami, inabissò la piccola città.
In effetti, le testimonianze che ci sono pervenute, affermano che il centro antico di Siponto fu completamente raso al suolo. La zona è fortemente sismica.

Ciò che tutt’oggi desta ancora clamore e interesse è il fatto che tra gli anni ’60 e ‘70 i pescatori della zona riuscissero a distinguere in modo chiaro i resti del villaggio, le strade, le costruzioni semi distrutte e anche la cima di un campanile.
Pian piano però i pescatori nelle loro reti non trovarono più né tegole né anfore.

Alcuni sub che oggi si immergono in maniera amatoriale hanno notato una pavimentazione insolita che sarebbe opportuno studiare e approfondire. Purtroppo nessuno, né studiosi né archeologi, hanno mai voluto investire tempo e risorse in ricerche subacquee.

Nel golfo di Manfredonia vi è quindi una piccola Atlantide, anche se rimangono solo i racconti dei pescatori e quel suono di campane che è possibile udire dal profondo del mare.

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