Pericolo incendi in Puglia: in 4 giorni in fumo 300 ettari di ulivi ad Ugento

Si moltiplicano gli incendi in Salento con migliaia di ulivi e centinai di ettari mangiati dalle fiamme, con le piante secche per la Xylella che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi

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Si moltiplicano gli incendi in Salento con migliaia di ulivi e centinai di ettari mangiati dalle fiamme, con le piante secche per la Xylella che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi.

La punta dell’iceberg che denuncia Coldiretti Puglia si è verificata ad Ugento dove in soli 4 giorni sono andati in fumo oltre 300 ettari di oliveti, ma gli incendi sono divampati anche a Veglie, Ruffano, Casarano, Copertino, Gallipoli, quasi in tutta la provincia di Lecce. Una strage che si ripete ogni anno lasciando paesaggi lunari in Salento – sottolinea la Coldiretti Puglia – dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

“Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Sono state 400 le richieste di intervento per gli incendi divampati in provincia di Lecce nel solo mese di maggio, quando la provincia di Lecce già nel 2020 è stata la più colpita dagli incendi con 2.718 interventi su 5.568, con l’estrema fragilità del Salento – insiste Coldiretti Puglia – a causa degli alberi secchi, i campi abbandonati e la sterpaglia che offrono il fianco ad incendi per autocombustione, ma per il 95% risultano originati da comportamenti rischiosi e dolosi.

Rincara la dose il presidente di Coldiretti Lecce Gianni Cantele, secondo cui “sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. L’abbandono era inevitabile e va invertita la rotta senza perdere altro tempo”, conclude il presidente Cantele.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l’insorgenza di un incendio è quella – afferma la Coldiretti Puglia – di evitare di accendere fuochi nelle aree coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne – precisa la Coldiretti – non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

Inoltre – continua la Coldiretti Puglia – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente.

Nel caso in cui venga avvistato un incendio – consiglia la Coldiretti regionale – non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili.

Dal momento che – conclude la Coldiretti Puglia – un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

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