Vendemmia in ritardo di 10 giorni: produzione in lieve calo del 5%

La produzione quest'anno si stima leggermente in calo, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate

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Una vendemmia in ritardo di oltre 10 giorni, come mai accaduto negli ultimi 20 anni, qualità eccellente ed un lieve calo del 5% a causa delle gelate che hanno colpito i vigneti a macchia di leopardo in Salento e nel foggiano e una persistente siccità che incide sulle rese.

Sono queste le previsioni elaborate da Coldiretti Puglia, rispetto alla vendemmia 2021 non ancora ai nastri partenza.
“Nutriamo forti aspettative rispetto ad una vendemmia di straordinaria qualità. Va recuperato il terreno perso durante il lungo periodo di chiusura, promuovendo le 27 Doc, 4 Docg e 6 Igp denominazioni di vino Made in Italy che la Puglia offre”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La produzione quest’anno – sottolinea la Coldiretti Puglia – si stima leggermente in calo, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte.

“Registriamo una situazione assolutamente sotto controllo dal punto di vista fitopatologico. Buono anche lo sviluppo vegetativo con vigneti molto rigogliosi anche se queste ultime settimane hanno alzato l’attenzione sul perdurare della siccità del caldo eccessivo. Al momento l’unica certezza è che l’annata viticola volge verso un ritardo consistente nelle maturazioni“, spiega Gianni Cantele, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Puglia.

Tra i primi dieci posti delle bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in valore del vino italiano, spingendolo verso il successo, troviamo difatti nelle prime quattro posizioni due vini pugliesi, il Primitivo pugliese (+23,6%) e il Negroamaro pugliese (+14,6%). Nel tempo della globalizzazione – precisa Coldiretti Puglia – gli italiani bevono ‘patriottico’.

Un’evoluzione positiva dovuta, oltre all’eccellenza del prodotto, anche dalla riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar a cui si somma la ripresa delle esportazioni che “hanno riattivato gli sbocchi di vendita del vino pugliese nel canale Ho.Re.Ca, nell’enoturismo e nell’export – sottolinea Gianni Cantele – per un valore che va oltre 1 miliardo di euro l’anno“.

Ai tempi del Covid, conclude Coldiretti Puglia, è cresciuto tra i millenial il consumo di vino del 18% e del 25% di vino mixato con altre bevande, con il 12% dei giovani che dichiara di consumare più vino, grazie alla scoperta di prodotti d’eccellenza durante il lungo lockdown.

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