Nei giorni scorsi, in provincia di Novara, il titolare di un caseificio è stato diffidato in quanto, nella propria attività, erano presenti cartelli pubblicitari e prezziario che evocavano la mozzarella di bufala campana Dop e il pane di Altamura Dop, senza averne titolo.
Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio l’agroalimentare e la gastronomia pugliese che conta 12 Denominazioni di Origine Protetta, 29 vini DOC, 4 DOCG e 6 IGP, oltre a 311 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione ai controlli a tappeto in tutta Italia dei Reparti del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare nel settore dei marchi di qualità che hanno smascherato, tra gli altri, finto Pane di Altamura DOP.
“Risulta indispensabile mantenere la fiducia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti. Dietro cibi straordinari come il Pane di Altamura c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio con la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In piena pandemia il Pane di Altamura si è confermato il più apprezzato dagli italiani, un grande e meritato riconoscimento per il prodotto da forno altamurano che dal 2003 si fregia della certificazione europea “Denominazione di Origine Protetta”, posizionatosi al primo posto nella classifica dei 10 pani più apprezzati in Italia, anche grazie al lavoro svolto negli ultimi anni dal Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela del Pane di Altamura DOP.
Per Coldiretti Puglia il pane di Altamura rappresenta il bigliettino da visita per una Puglia che merita di essere visitata e gustata, con il cibo che è certamente divenuto – continua Coldiretti Puglia – infallibile leva di comunicazione verso i turisti nazionali ed internazionali.
Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.
Il sistema dell’enogastronomia Made in Italy solo per la “Dop Economy” ha messo segno un valore della produzione di 16,9 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di oltre 180.000 operatori, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea-Qualivita.
Un patrimonio messo a rischio dall’epidemia di falsi e tarocchi con un valore – secondo la Coldiretti – di oltre 100 miliardi di euro del cosiddetto italian sounding nel mondo per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.
Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese – conclude Coldiretti Puglia – caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 12 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 9 IGP per l’olio di Puglia, la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto e 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.