Vino, la Puglia si conferma seconda regione italiana

Per la nostra regione si stima una produzione di 8,55 milioni di ettolitri, con un andamento migliore della media nazionale ma in controtendenza in confronto ad altri territori

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A fronte di una produzione nazionale di vino e mosto in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020, con una forbice che oscilla tra un minimo di 43,7 a un massimo di 45,3 milioni di ettolitri, la Puglia registra una leggera flessione del 5% nel 2021. Lo hanno annunciato Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini alla presentazione delle stime vendemmiali 2021.

Nonostante l’andamento metereologico molto incerto e le inevitabili conseguenze dei persistenti mutamenti climatici – dichiara Giuseppe L’Abbate, deputato M5S in commissione Agricoltura alla Camera – per la nostra regione si stima una produzione di 8,55 milioni di ettolitri, con un andamento migliore della media nazionale ma in controtendenza in confronto ad altri territori meridionali come Calabria e Sicilia che registrano un +10% circa. La Puglia si conferma, dunque, la seconda regione italiana per quantitativi”.

I cambiamenti climatici impongono un sempre più attento monitoraggio della vigna, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi oramai necessari anche per un adeguato riconoscimento da parte dei consumatori. “Attraverso il percorso normativo avviato con un nostro emendamento al decreto Rilancio lo scorso anno – prosegue L’Abbate (M5S) – il comparto è in dirittura d’arrivo per la valorizzazione e la promozione della sostenibilità delle produzioni vitivinicole, attraverso un marchio e un disciplinare condiviso”.

Sul fronte della promozione, poi, il Ministero delle Politiche agricole ha annunciato lo stanziamento di un extrabudget di 25 milioni di euro per i mercati esteri. “Il settore, che ci vede leader nel mondo, ha dimostrato tutto il suo valore nel fronteggiare la complicata chiusura del canale Ho.re.ca durante la pandemia – conclude il deputato 5 Stelle – Nel preservare le produzioni dai cambiamenti climatici, infine, una ulteriore occasione da cogliere la fornisce la nuova Politica Agricola Comune (PAC), dove si può lavorare per la realizzazione di un fondo di mutualizzazione nazionale dedicato”.

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