L’Uva di Puglia Igp piace nel nord Italia: a ruba i cestini da 750 gr. e da 1,5 kg

"L'Igp si sta rivelando un percorso di successo. I già ottimi risultati della stagione 2020 sono stati raddoppiati e ora puntiamo a triplicare i volumi dello scorso anno"

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L’Igp si sta rivelando un percorso di successo. I già ottimi risultati della stagione 2020 sono stati raddoppiati e ora puntiamo a triplicare i volumi dello scorso anno”.

Michele Laporta, presidente del Consorzio per la valorizzazione e la tutela dell’Uva di Puglia Igp, è entusiasta dei dati raccolti dai soci del consorzio. Il prodotto piace nel nord Italia e l’indicazione geografica protetta ha dato una marcia in più: la denominazione offre infatti al produttore la possibilità di distinguersi e al consumatore finale uno strumento certo per riconoscere un prodotto per le sue origini, la sua storia e la sua bontà.

“Risultati che ci fanno ben sperare per il futuro”, prosegue Michele Laporta, “e che rappresentano anche una grande occasione per la Puglia”. “L’ottimo lavoro condotto dai nostri soci in collaborazione con un gruppo tecnico interno al Consorzio sta finalmente portando ottimi risultati”, aggiunge il presidente, “con una crescita dei volumi che va incontro ad una richiesta sempre più stimolante”.

Due le confezioni che stanno riscuotendo particolare successo sui mercati del nord, che offrono diverse vie di consumo per grammatura e confezionamento: la prima è un cestino rPET top seal da 750 grammi, la seconda è un cestino in cartone Flowpack da 1,5 kg, entrambe attente alla comunicazione verso il consumatore indicando il metodo di smaltimento imballaggio.

“Resta che gran parte di merito, è da attribuire agli agricoltori”, continua Michele Laporta, “lo sforzo profuso verso un’agricoltura ecosostenibile e innovativa ha soddisfatto il mercato. Già da anni l’intero comparto dell’agricoltura pugliese ha intrapreso un continuo e crescente percorso nella direzione della sostenibilità, una scelta che sta portando risultati molto promettenti”.

“Nell’ultimo anno abbiamo cambiato passo”, conclude il presidente del Consorzio. “L’ottimo lavoro condotto dai nostri soci in collaborazione con un gruppo tecnico interno al Consorzio sta finalmente portando ottimi risultati, con una crescita dei volumi che va incontro ad una richiesta sempre più stimolante.

La scelta sensibile da parte dei distributori di introdurre il prodotto a indicazione geografica protetta ha sviluppato dei numeri che questo anno abbiamo concretamente la possibilità di triplicare”.

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