2 novembre, venduti 50mila crisantemi: in Puglia si torna nei Cimiteri

Dopo le limitazioni, i contingentamenti e le chiusure dello scorso anno

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Ben 2 pugliesi su 3 (66%) hanno deciso di acquistare piante e fiori in occasione delle festività di ognissanti e dei morti per porgerli in dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale.

E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell’iniziativa organizzata a Lecce con i florovivaisti che hanno voluto donare un crisantemo per tutti i cittadini che visitano il Cimitero per onorare i propri cari per la ricorrenza del 2 novembre dedicata alla commemorazione dei defunti, durante la quale si stima siano stati acquistati circa 50mila crisantemi ma anche molti altri fiori made in Italy.

Un appuntamento che, dopo i problemi dell’emergenza sanitaria del 2020, si presenta quest’anno, grazie ai vaccini – sottolinea la Coldiretti regionale – sotto ben diversi auspici. Il ricordo dei defunti rappresenta la ricorrenza più importante dell’anno per molti italiani e per la floricoltura Made in Italy che realizza in questo periodo circa il 20% del proprio fatturato.

In rialzo pertanto i prezzi, con una domanda in crescita e quotazioni all’ingrosso aumentate anche del 20% rispetto allo scorso anno anche per effetto dell’aumento dei costi energetici, dei fertilizzanti, delle plastiche e di tutti i fattori produttivi, a monte e a valle della produzione in serra: dalle talee ai trasporti, dai vasi al confezionamento.

A rischio c’è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare – ricorda la Coldiretti regionale – con il valore della produzione pugliese di fiori e piante stimato in 300 milioni di euro, con un risvolto occupazionale di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. La Puglia concorre in maniera importante preponderante nella produzione di fiori recisi, con il 10% dei crisantemi, il 34% di garofani, il 23% di rose, il 13% di gerbere e il 16% di fresie, afferma Coldiretti Puglia.

Il mercato interno e, soprattutto, quello estero, sono ripartiti con vigore, c’è voglia di bello, di colori, di profumi, di verde, ma l’aumento dei costi di produzione – aggiunge Coldiretti Puglia – rischia di affossare il reddito delle imprese. E’ pertanto necessario intervenire, anche attraverso il PNRR, per ridurre i costi energetici e della logistica, per rendere il settore ancora più competitivo. Il settore florovivaistico ha pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia.

Un vero e proprio tsunami senza precedenti nella storia dell’Italia dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio – evidenzia Coldiretti Puglia – nel 2020 sono stati azzerati eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e sposalizi. Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione.

Il crisantemo – sottolinea la Coldiretti – continua ad essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua bellezza e lunga durata. La sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi al dettaglio – riferisce la Coldiretti – possono variare tra 1,00 a 2,5 euro per i crisantemi e possono arrivare a oltre 20 euro se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all’aumento fino al 20% per acquisti last minute. Per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi.

Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’illegalità è meglio – suggerisce la Coldiretti – evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio.

I crisantemi si possono acquistare come steli recisi e in vaso nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo, anche in ciotola nella nuova forma a “cuscino rotondo”, e – precisa la Coldiretti – nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza di quest’anno che vanno dal viola scuro al prugna fino ai colori “bruciati” in genere.

Il “fiore d’oro”, dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore), era già coltivato in Cina cinque secoli prima di Cristo, mentre in Europa si diffuse alla fine del 1700 in Francia, in Italia e in Inghilterra. E se nel nostro Paese il crisantemo ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – conclude la Coldiretti – è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo di vita, forza d’animo e pace.

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