Vino, Puglia seconda regione in Italia per produzione ma costi troppo alti

A preoccupare i produttori di vino pugliesi non è tanto il calo delle vendite quanto l'aumento dei costi di produzione dovuto ai rincari del packaging e delle bottiglie di vetro

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A preoccupare i produttori di vino pugliesi non è tanto il calo delle vendite quanto l’aumento dei costi di produzione dovuto ai rincari del packaging e delle bottiglie di vetro.

È la fotografia fatta da Confagricoltura Puglia su uno dei settori trainanti dell’economia agroalimentare della regione: la produzione di vini. A farla da padrona sono quelli pregiati che nonostante la crisi hanno registrato in molti casi un segno positivo sino al 2021.

“Quello che preoccupa oggi – sottolineano il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente della Federazione regionale vitivinicola Sandro Candido – è dunque l’aumento dei costi di produzione con incrementi che vanno dal 15% sul costo delle bottiglie in vetro sino al 30% di rincari nel packaging, cioè tutto il materiale legato al confezionamento dalle etichette alle scatole in cartone”.

Dati importanti tenuto conto che la Puglia con 9.000.087 ettolitri (+1%) è la seconda regione in Italia per produzione dopo il Veneto 11.717.223 ettolitri (+7% rispetto all’anno precedente). L’Italia è il maggior produttore di vino nel mondo: quasi un quinto del vino prodotto a livello globale viene dal nostro Paese, per l’esattezza il 18,5 per cento.

L’Italia sconta un forte deficit energetico: importiamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno. L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy. 

“Il settore regge – spiegano – in Puglia molte aziende nel 2021 hanno registrato un andamento persino positivo perché si sono consolidate negli anni, potendo contare su un prodotto di qualità e sulla capacità degli imprenditori. Sul territorio ci sono tante grandi realtà capaci di affrontare la concorrenza, i mercati internazionali e anche gli imprevisti ma, dopo due anni di incertezze, l’aumento dei prezzi e le restrizioni nel settore Horeca legate al contrasto del covid preoccupano gli imprenditori e tutti gli operatori del settore. L’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime frenano l’economia e minacciando la competitività dei settori produttivi”.

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