Quasi tre italiani su quattro (73%) in viaggio all’estero per lavoro o in vacanza si sono imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità Made in Puglia taroccati come gli spaghetti meatballs, la variante bizzarra delle orecchiette al sugo con le polpette, il pane con l’olio, dove l’olio è miscelato con qualche goccia di aceto balsamico, il pane all’aglio, rievocativo della bruschetta su cui si strofina aglio fresco, che consiste in pezzi di baguette conditi con burro fuso, aglio e prezzemolo freschi tritati, oltre ad una dose generosa di aglio in polvere, o ‘The Vigil’, la “Festa dei Sette Pesci”, che negli Stati Uniti passa per la più importante festa della tradizione italiana, mentre in realtà in Italia non esiste, piuttosto è usanza in Puglia di mangiare pesce la sera della vigilia di Natale.
E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, sulla base dei risultati di un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it in occasione dell’avvio della Settimana della cucina italiana nel mondo, che si celebra quest’anno fino al 20 novembre, dedicata al tema “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del Pianeta”. Una iniziativa utile – sottolinea la Coldiretti – per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali.
Tra gli “orrori a tavola” non mancano l’olio extravergine di oliva o le conserve, ma anche i vini, con i casi di “agropirateria” nel settore vinicolo pugliese che riguardano in particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. In America si producono Moscato, Malvasia e Aleatico, venduti con “DOC” californiane Napa Valley o Sonoma County, ma commercializzati con nomi italiani. Il fenomeno sta colpendo, in maniera particolare, il primitivo pugliese. In America un vino, lo ‘Zinfandel’, viene venduto e si sta affermando sul mercato come ‘Primitivo’ ed i siti non si lasciano sfuggire l’occasione di chiamare in causa continuamente la Puglia, per accrescere il valore e l’immagine del prodotto americano.
La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati all’estero dove le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine.
Le ricette “sbagliate” nel mondo aprono infatti – sottolinea la Coldiretti – le porte all’ “agropirateria” internazionale il cui valore è salito a 120 miliardi, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.
Il fenomeno criminale si sviluppa poi – conclude Coldiretti Puglia – attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio.