“A dicembre abbiamo registrato un buon andamento dei flussi turistici in Puglia, fino a Santo Stefano le cose sono andate bene. Poi sono arrivate le telefonate e le email”.
A fare il pesante bilancio per uno dei settori trainanti della regione sono il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente di Agriturist Puglia Giovanni Scianatico. Gli operatori hanno così registrato un Natale positivo, poi sono fioccate le disdette delle prenotazioni soprattutto da ospiti provenienti dal Nord Italia. Veglioni all’80% della capienza con il turismo di prossimità, un meno 40% per il primo dell’anno, lentissima l’Epifania con un’occupazione delle strutture che arriva al 30/40 per cento.
Il dato conferma la tendenza che non sono più le disponibilità economiche o di tempo, oppure le attrazioni che un territorio può offrire, a determinare gli spostamenti degli italiani, ma l’andamento dei contagi.
“Gli agriturismi pugliesi, sia con la ristorazione che con le camere, hanno lavorato bene in sicurezza sino a quando la curva epidemiologica non ha preso a salire velocemente, a quel punto sono arrivate telefonate ed email di disdetta.
La terza dose di vaccino aveva dato ottimismo agli italiani e molti clienti la mostravano con entusiasmo al loro arrivo, ma adesso la situazione e soprattutto la percezione è cambiata ed è tornata la preoccupazione dell’anno scorso”.
Gli operatori del settore comprendono le preoccupazioni ma “è impossibile – sottolineano – lavorare a lungo in questo modo, sembra di stare sulle montagne russe: un mese va bene con affluenze simili al pre-2020 e il mese dopo quasi zero. A che serve tenere una struttura aperta con tutti i costi che comporta se alla fine si è certi che nessuno verrà?”.
Per Confagricoltura Puglia e Agriturist dunque “Servono strategie regionali e nazionali per permettere ai visitatori di spostarsi in sicurezza e agli operatori di lavorare. Il turismo è un settore strategico in Puglia sia per l’economia e sia per il lavoro”.
Secondo i dati più recenti, il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali (12,3% sui consumi totali); 9 miliardi in termini di valore aggiunto (13,6% del totale); 135.000 addetti (15,4% del totale) direttamente e indirettamente coinvolti nella filiera turistica formata da 52.000 imprese (il 38% del totale).