“Fra Terra e Cielo”, l’opera dell’andriese Ricarda Guantario alla IV edizione della Triennale di Arti visive a Roma

Una spirale creata da piccole sfere di cristallo, foglie secche e bacche inglobate nel colore con al centro una chiave di metallo ready-made

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Una spirale creata da piccole sfere di cristallo, foglie secche e bacche inglobate nel colore con al centro una chiave di metallo ready-made. “Fra Terra e Cielo” è l’opera dell’andriese Ricarda Guantario che sarà esposta alla IV edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma dal titolo “Global Change, Anni Venti”.

L’11 giugno si è svolto il vernissage della mostra. In tanti vi hanno preso parte, nel rispetto delle norme anti covid19. A partire dal 12 giugno, nella sede Palazzo Velli Expo, tra gli artisti in esposizione, Ricarda Guantario presenta la sua visione di “Global Change”, con quella che lei stessa definisce “un’opera informale, materica, un connubio tra elementi della terra ed elementi invisibili, come il cristallo, l’energia l’universo, con al centro una chiave, simbolo di congiunzione e spiritualità”. 

Il cambiamento di questi Anni Venti è visto dall’artista “con una spirale che riporta e ripete il ciclo della vita da un tempo infinito, il ciclo della vita che si ripete nei secoli, le pandemie, la saggezza, le avversità, le guerre, l’invidia verso i più valenti e le idee innovative dei  giovani. Una presa di coscienza del fatto che leggendo antichi scritti filosofici e non solo, per alcuni versi ancora attuali, ci si rende conto che le vicende storiche, nonostante il trascorrere dei secoli, sono un ciclo che si ripete. L’arte in questo caso prende consapevolezza di ciò, lasciando i fruitori ad una riflessione profonda, indirizzandoli verso una presa di coscienza della vita: tramite l’arte si può trasmettere l’armonia, la speranza e  l’equilibrio, edificanti  per l’umanità!”.

La mostra, che in ogni sua edizione vanta autorevoli partecipazioni di critici e storici d’arte che ne hanno dato testimonianza, da Vittorio Sgarbi,  Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, è a cura del Gruppo Start, organizzazione che si occupa di editoria e mostre d’arte internazionali. Ad inaugurare quest’anno la mostra sarà lo storico e critico d’arte Daniele Radini Tedeschi, reduce dalla Biennale di Venezia (per la Biennale ha ricoperto il ruolo di commissario del Padiglione Nazionale Guatemala (arte) nel 2015 e quello di curatore per le edizioni del 2017 (arte) e del 2018 (architettura); mentre per il 2019 (arte) è stato nominato curatore del Padiglione Nazionale Grenada).

Il talento di Ricarda Guantario si è palesato sin dall’adolescenza e ciò le ha consentito di esprimere una naturale creatività – si legge nel volume enciclopedico 2019 “Atlante dell’Arte De Agostini 2019” a cura dello stessocritico d’arteDaniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice – .

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero ottenendo grandi consensi dalla critica e del pubblico, premi e riconoscimenti a livello internazionale. Appassionata di filosofia, rappresenta sulla tela la propria concezione esistenziale e il proprio mondo emotivo. L’artista, a volte, nei suoi dipinti ricorre a delle simbologie, e spesso rappresenta la rosa rossa accostandola alla bellezza della figura femminile. La rosa viene anche abbinata al sole e alla luna simboleggiando il cosmo; il suo termine greco “Kosmos” significa appunto armonia, equilibrio e bellezza”.

E sempre in questo stesso volume si descrive un’altra delle opere più significative di Guantario, che presenta anch’essa una spirale: “Infinity”“È un’opera astratta materica. L’utilizzo del bianco nell’opera “Infinity” accentua il carattere metafisico dell’opera. La spirale (ricorrente in alcune opere) simboleggia il percorso ciclico dell’anima in continua evoluzione. Il dipinto è anche una rappresentazione dell’energia divina donata ad ogni essere vivente. Nella realizzazione dell’opera “Infinity” sono stati utilizzati materiali naturali della terra (foglie secche) ed elementi sintetici “effimeri” (sfere) a simboleggiare il mondo naturale e quello artificiale.

“Even the true is Present” (è una serie di opere pop), che attraverso l’utilizzo di un bene di largo consumo, in questo caso la mela, si propone di effettuare una osservazione alla società contemporanea. Il ritorno alla stato naturale, vero e concreto e l’abbandono dei preconcetti e delle impostazioni contemporanee dovrebbero essere lo scopo di ogni uomo. Come il grande Andy Warhol con la celebre opera “Minestra in scatola Campbell”, la Guantario utilizza un bene di largo consumo e ne fa oggetto di osservazione, polemica e ribellione sociale”.

Ricarda Guantario, artista italiana (nata ad Andria, in Puglia), maestra in arti applicate e designer, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte e il Conservatorio di Musica. Negli anni il suo stile è stato in continua evoluzione, dalle prime opere realizzate in tarsia in legno colorato degli anni ‘90 e poi in stile post impressionista, successivamente in figurativo contemporaneo nella figura femminile per giungere attualmente all’informale e concettuale.

Ha esposto nelle sedi più prestigiose in Italia e all’estero, Parigi, Zurigo, Barcellona, Roma, Milano, Venezia, Parma, Genova,  è presente nelle banche dati ed indici di quotazioni d’arte mondiali (Artprice, Arcadja), ha ricevuto riconoscimenti dalla critica e dal pubblico e le sue opere sono esposte in edifici pubblici e in collezioni private.

Per la Triennale sono previste cinque sedi espositive: Galleria del Cembalo a Palazzo Borgese, Palazzo della Cancelleria, Galleria della Biblioteca Angelica, Palazzo Velli-Expò, Medina Rome Art Gallery. “Location singolari– racconta Ricarda Guantario – in cui i fruitori esploreranno la visione e la concezione degli artisti nazionali sui cambiamenti globali dell’ultimo ventennio, “Global Change,  Anni Venti”, il cui indirizzo artistico è stato definito da Gianni Dunil – già direttore artistico nella Biennale di Venezia Arte 2018 per padiglioni Esteri – e Mario Bernardinello”.

La mostra, ad ingresso libero, presso il Palazzo Velli Expo (sito in Piazza di Sant’Egidio 10 a Roma), sarà visitabile fino al 20 giugno, dalle ore 11.00 alle ore 19.00, dal martedì alla domenica. Lunedì è il giorno di chiusura.

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