Cresce l’allerta nelle campagne per i furti di olive nella campagna olivicola appena iniziata in Puglia, con gli agricoltori che stanno presidiando il raccolto segnalando presenze sospette attraverso i gruppi WhatsApp per sventare i raid diurni e notturni.
E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, che lancia l’allarme per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove gli agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità preoccupante. Le aziende agricole hanno bisogno di sicurezza, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura.
E’ necessaria – ribadisce Coldiretti Puglia – l’attivazione di una cabina di regia tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell’Interno che coordini le attività delle forze dell’ordine, che va sostenuto con l’intervento dell’Esercito in alcune aree a forte rischio, come le province di Bari con zone più a rischio e la BAT.
Nel periodo della raccolta i furti di olive diventano praticamente quotidiani con i danneggiamenti degli alberi tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne per presidiare le campagne.
Nei furti i ladri di olive riescono in pochi minuti a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze di ferro o alluminio, per far cadere il maggior quantitativo di prodotto, ma danneggiando al contempo gravemente le piante.
“Capitolo a parte merita – insiste Colomba Mongiello dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e agroalimentare della Coldiretti – il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.
Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy”.
I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose.
Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia – che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile.