In Puglia 245mila ettari di aree naturali protette: una delle regioni più green d’Italia

Di questi, il 75,8% è rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine

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La Puglia può vantare 632 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione e 245mila ettari di aree naturali protette, una delle regioni più green d’Italia che è minacciata di finire in infrazione per mancata protezione della biodiversità. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebra il 5 giugno di ogni anno.

La Commissione Ue sta adottando, infatti, misure legali contro 15 Stati, tra i quali l’Italia, perché non hanno messo in campo – spiega Coldiretti – azioni di prevenzione per la gestione delle piante esotiche invasive. Secondo il regolamento 1143 del 2014 entro il 2019 i Paesi Ue avrebbero dovuto inviare a Bruxelles i piani di azione per contrastare specie invasive che provocano danni all’ambiente e alla salute. La Commissione sottolinea che le specie aliene sono tra le cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e nel mondo. Si tratta, spiega la nota, di piante e animali che vengono introdotti accidentalmente o deliberatamente a seguito dell’intervento umano in un ambiente naturale dove normalmente non si trovano.

In Puglia ci sono 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine. Le provincie che presentano la più alta percentuale di territorio soggetta a protezione sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%).

“In questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie. Va rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori, perché il territorio è lo strumento per offrire bellezze, bontà e genuinità, quindi, anche occasione di autentico miglioramento della qualità della vita, non sacrificabile sull’altare di uno sviluppo apparente e non sostenibile”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

La Puglia ha un patrimonio – aggiunge Coldiretti Puglia – di 311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 9 IGP per l’olio di Puglia, la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto e 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.

Nel secolo scorso si contavano nel nostro Paese 8.000 varietà di frutta, secondo l’analisi di Coldiretti, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori.

Proprio per salvare il patrimonio agroalimentare Made in Italy un’azione di recupero decisiva – sottolinea la Coldiretti regionale – si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica, che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di commercio.

Un impegno capillare la cui punta dell’iceberg è rappresentata dall’arrivo sui banchi dei Sigilli di Campagna Amica, i 418 cibi antichi salvati dagli agricoltori italiani, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. I Sigilli della biodiversità, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica – spiega la Coldiretti – sono prodotti rari che posseggono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha sapientemente custodito contro l’omologazione e la banalizzazione. In testa alla classifica dei prodotti salvati dall’estinzione ci sono ortaggi, legumi e cereali (il 44% del totale), seguiti da salumi e formaggi ottenuti da 55 razze tutelate (30%), frutta (16%), olio extravergine d’oliva e vino (7%) e miele (3%).

Tra i Sigilli della Biodiversità in Puglia si va dall’azzeruolo, piccolo frutto molto buono e gustoso ma poco conosciuto, viene chiamato “lazzeruolo”, azzarruolo, azzaruolo, alla capa di morte, conosciuta come chepe de murte” o “Grucciolo”, questo cavolo rapa caratterizzato per la parte inferiore che somiglia ad una grossa rapa, dal mugnolo, considerato il cavolo povero dei contadini, progenitore del broccolo, oggi in pericolo rischia di scomparire, alla sporchia, una pianta parassita delle fave, in quanto si alimenta della clorifilla proprio di quest’ultima, dolce con un retrogusto leggermente amara e i contadini – conclude Coldiretti Puglia – la trasformarono in cibo prelibato dopo averla riscoperta, fino allo sponzale, appartenente alla stessa famiglia delle cipolle, sono dei piccoli bulbi con un fusto verde commestibile.

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