Niente ristorante al chiuso senza tampone per 2 pugliesi su 5

La misura del Governo interessa circa 20mila ristoranti, trattorie, pizzerie e i 900 agriturismi pugliesi dei quali solo poco più della metà dispone di spazi all’aperto

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Niente ristorante al chiuso senza tampone per 2 pugliesi su 5 con la possibilità di ingresso solo per le persone che hanno avuto almeno una somministrazione o sono guarite dal Covid.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sull’impatto delle decisioni del Governo in merito all’utilizzo del Green Pass per incentivare le vaccinazioni e scongiurare nuove chiusure. La percentuale dei pugliesi che hanno ricevuto almeno una dose è del 60,06% (nella classifica nazionale in posizione numero 2 e sopra la media nazionale del 58,18%) mentre il 34.33% ha ricevuto anche la seconda dose (nella classifica nazionale nella posizione numero 6 e sopra la media nazionale del 32,72%), ricorda Coldiretti Puglia sulla base dei dati della Regione Puglia.

La misura del Governo – sottolinea la Coldiretti Puglia – interessa circa 20mila ristoranti, trattorie, pizzerie e i 900 agriturismi pugliesi dei quali solo poco più della metà dispone di spazi all’aperto dove tuttavia sono notevolmente aumentati i coperti grazie alle flessibilità concessa sull’utilizzo degli spazi pubblici. In difficoltà – continua la Coldiretti regionale – sono soprattutto gli esercizi situati nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto mentre al contrario gli agriturismi godono della disponibilità di grandi aree all’estero che consentano di garantire al meglio le distanze.

“Gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari, dove le distanze si misurano in ettari – con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”, dice Filippo de Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

Molte aziende agrituristiche quindi – continua la Coldiretti regionale – si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83%, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%, continua Coldiretti Puglia.

Oltre al taglio della clientela nazionale a preoccupare è anche la mancanza del turismo straniero che, dopo le positive aspettative iniziali, ha registrato una brusca frenata a causa – precisa la Coldiretti – della ripresa dei contagi in tutta Europa. La ristorazione è tra i settori più colpiti dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno dimezzato il fatturato (-48%) nel 2020.

Una situazione che si ripercuote a cascata – continua la Coldiretti Puglia – sull’intero sistema agroalimentare pugliese con oltre 80mila tonnellate di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia. La drastica riduzione dell’attività pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

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