Tornano sul palco Obscure Paths : il nuovo brano della band molfettese

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Insieme dal 2006 e sempre alla ricerca di un suono originale che coniughi i gusti di tutti i componenti della band, gli Obscure Paths, per chi non li conoscesse ancora, propongono musica strumentale, privilegiando così un linguaggio più universale possibile. I quattro ragazzi, originari di Molfetta, vantano già parecchi live sui palchi regionali e non, ed una costruzione musicale in continua sperimentazione.

Why not white?” è un ritorno in pompa magna, forse il loro miglior pezzo di sempre, un brano che ricorda molto i Mogwai, persino nel video. Ma se il danno nel pezzo “Hunted by a freak” porta ad una tristezza malinconica, in “Why not white?” il disastro è notevole e lo si avverte soprattutto nell’esplosione di suoni verso la fine del brano. Ma scopriamo meglio il pezzo coi componenti della band:

Come mai “Why not white?” È una critica alla società in cui viviamo?

VINCENZO ANGIONE (chitarra) – Il brano è ispirato ad una curiosa domanda che si pone l’autore del libro al quale il nostro disco è ispirato: perché l’universo è immerso nell’oscurità? La risposta fornita è piuttosto divertente: viviamo nell’universo che ci meritiamo, perché l’enorme esplosione nota come “Big Bang” è un puro e semplice errore. Per secoli, una primordiale civiltà ha ricercato blocchi di materia inerte da “fecondare”, ma nel momento della verità questo preziosissimo ovulo è capitato nelle mani dei suoi elementi più stupidi, che hanno involontariamente causato questo enorme pasticcio. Un’opera di fantascienza come questa può aiutare a riflettere, seppure in chiave ironica, sulle condizioni del mondo reale. A volte sembriamo davvero condannati a vivere in un mondo che va storto ed a ripetere ogni volta gli stessi errori.

Molto interessante è il video, un’animazione che segue costantemente l’andamento del brano.

FABRIZIO DE CEGLIA (chitarra) – Ci siamo affidati ad un professionista per la creazione del video. Francesco Riccardi, in arte @_freakring_ è stato ben contento di accettare la sfida.

Il video può essere scomposto in tre macro momenti, che seguono l’andamento del capitolo del libro da cui è tratto il brano: la fase iniziale sinuosa nei movimenti e nei suoni, seguita poi da un momento di pausa e riflessione centrale, che infine sfocia in una enfatica esplosione di colori.

Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta del – non – colore principale nella fase iniziale: il bianco, espresso in forme morbide e in movimenti eleganti, che richiamano l’interrogativo del brano, ovvero l’idea che l’universo fosse in partenza bianco ed elegante.

Poi, un pasticcio, un’esplosione inaspettata e incontrollata l’ha trasformato in una vasta distesa di oscurità. La seconda parte dai colori più accesi, sfondo scuro e immagini incontrollate, esprime il concetto di instabilità, che si evince anche dalla mancata corrispondenza tra ritmo e flash visivi finali.

Il video è quindi di supporto all’interpretazione del brano, così come tutto il lavoro grafico che accompagna il disco.

Questo brano anticipa quello che sarà il vostro terzo album?

DARIO SCIANCALEPORE (batteria e tastiere) – Esatto. Tra circa un mese pubblicheremo “Cosmonisti”, che è per l’appunto ispirato al romanzo “Il manifesto dei Cosmonisti” di Mikael Niemi. Questa volta abbiamo scelto di misurarci con un concept album, di dare un filo conduttore ai vari brani che ricalcasse quello tra i vari capitoli del racconto. Abbiamo elaborato questa struttura dell’album durante la pausa forzata della pandemia, e abbiamo capito che il materiale prodotto meritava una veste sonora e grafica all’altezza. Lo scorso Dicembre abbiamo cominciato a registrare con l’aiuto di Alex Grasso, che ci ha dato una grande mano.

“Why not white?” porta ad un crescendo che culmina nell’esplosione finale, diverso rispetto ai vostri pezzi. Si dice che il terzo album sia quello della maturità, cosa possiamo aspettarci?

SERGIO DE CEGLIA (basso) – Da quando abbiamo cominciato a suonare insieme, abbiamo sempre cercato di creare uno stile nostro, che fosse una sintesi dei nostri diversi gusti musicali. Abbiamo fatto numerosi tentativi, ma ciò che ci rende felici è il fatto che ogni passo costituisse un miglioramento rispetto a quanto fatto precedentemente. Come persone siamo maturate in questi anni insieme, e sicuramente, la musica risente di questa nostra evoluzione. Siamo molto soddisfatti del lavoro compiuto con questo disco, lo affidiamo con tutto il cuore alle menti ed alle orecchie di coloro che vorranno ascoltarlo, ma non ci poniamo limiti: nel nostro futuro vogliamo che ci sia ancora tanta buona musica.

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