Protagonista del Teatro Margherita di Bari una fotografia che ritrae un giovane intento a recitare poesie di protesta nel bel mezzo di un blackout a Khartoum, in Sudan.
Stiamo parlando di “Straight Voice”, ovvero la foto vincitrice del premio World Press Photo of the Year 2020 del giapponese Yasuyoshi Chiba (AFP), scattata il 19 giugno 2019 esattamente dopo il colpo di stato militare contro Omar al-Bashir.
Dal 01/10/2020 al 01/11/2020 questa foto assieme ad altre 156 immagini sarà esposta per l’ottava edizione di World Press Photo Bari, organizzata da Cime, uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam.
Bari si posiziona così tra le prime città al mondo ad ospitare il World Press Photo. Lo spazio centrale di convivialità viene sostituito da pannelli autoportanti arricchiti da foto che avranno dimensioni più grandi di quelle degli scorsi anni per consentire al pubblico una fruizione della mostra nel pieno rispetto del distanziamento sociale.
L’inaugurazione è in programma giovedì primo ottobre alle ore 18.30. L’apertura al pubblico è fissata alle ore 20.30 (chiusura ore 23). Un mondo tutto da scoprire quello che si aprirà agli occhi del pubblico. Nella serata inaugurale intervengono Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, e Antonio Decaro, sindaco del Comune di Bari, Ines Pierucci, assessore alla Cultura del Comune di Bari, Samira Damato, curatrice dalla mostra e Vito Cramarossa, project manager di Cime.
La giuria internazionale della 63^ edizione di World Press Photo ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. Sono arrivati in finale 44 fotografi provenienti da 24 paesi, tra cui sei italiani: Alessio Mamo, Daniele Volpe, Lorenzo Tugnoli, Luca Locatelli, Nicolò Filippo Rosso e Fabio Bucciarelli.
I visitatori che entreranno nella sala espositiva del teatro Margherita potranno seguire un percorso guidato tra le immagini che raccontano il mondo: le guerre, la natura, lo sport, gli animali in via di estinzione, le donne, gli estremismi politici e la lotta della cultura LGBTQ, questo e tanto altro viene raccontato con la forza contemporanea del servizio fotografico.
Durante il percorso si potrà ammirare dal vivo anche il premio World Press Photo Story of the Year 2020, dato al francese Romain Laurendeau per il reportage “Kho” che racconta la condizione sociale di tanti ragazzi algerini che hanno ispirato le rivolte del 2019 in Algeria. “Kho”, che nell’arabo colloquiale parlato in Nord Africa significa “fratello” racconta “la storia del profondo disagio della gioventù algerina che, sfidando le autorità, ha spinto il resto della popolazione a unirsi alla lotta, dando vita al più grande movimento di protesta dell’Algeria degli ultimi decenni”.
Immancabili i soliti appuntamenti fuori programma con fotografi ed esperti di fotografia con un calendario che sarà svelato di settimana in settimana in base all’andamento della situazione sanitaria.